venerdì 13 gennaio 2012

4 gennaio 2012


Andiamo in visita a Cafal, all’estremo sud. Pochi chilometri, in termini numerici. Tanti in termini di strade e tempo. Anche qui, missione di suore. Tre in tutto, isolate e lontane dal paese, che si occupano di erbe medicinali e curano un orto appunto di queste erbe. Coltivano anche altre verdure e frutta, ma la loro attività è soprattutto quella legata alla coltivazione e trasformazione delle erbe medicinali tipiche della Guinea-Bissau: vi si ricavano antimalarici, antibiotici, protettori epatici di notevole importanza (utilizzati come collaterali alla terapia per aids), oltre a varie erbe per tisane e decotti con svariate qualità terapeutiche. Abbastanza lontane, ma in vista, a est tre case con tetto in paglia e guineani al lavoro, a ovest altre due case con tetto in paglia affiancate a strutture più occidentali (la missione protestante) e qualche mucca.
La suora più giovane di Cafal ha avanzato la richiesta di poter avere un fucile: sono tre donne sole, se succede qualcosa vuol avere l’opportunità di spaventare qualcuno sparando, solo in aria, però!
Visita agli orti, scambio di informazioni professionali fra Enrico e le suore, proposte e richieste delle suore a padre Lucio, progetti di migliorie alla casa e alla sua sicurezza, soprattutto in merito ai piccoli furti che sono sempre presenti. Riesco a partecipare anch’io, nonostante le difficoltà della lingua. Ica, invece, entra subito in sintonia e, mischiando un po’ di spagnolo e un po’ di portoghese imparaticcio, incomincia a parlare di medicina naturale e degli usi delle diverse erbe. Poco per volta incominciamo ad entrare in questo paese e ci accorgiamo di quanto poco sappiamo e quanto c’è ancora da imparare e scoprire.
Anche se in questo incontro non vi sono guineani, l’ospitalità è dello stesso stampo. Il pranzo è ricco e curato, preceduto da un aperitivo di fattura casalinga a base di artemisia. E’ un’erba locale, utilizzata non solo per aperitivi o digestivi. E’ un ottimo antibiotico, utilizzato anche dalle case farmaceutiche occidentali, molto utile nella terapia antimalarica.
Più si va in giro e più si scoprono le potenzialità di questo paese in termini di risorse naturali. Meno appariscenti o meno redditizie nel breve periodo del petrolio o delle ricchezze del sottosuolo, ma altrettanto importanti e produttrici di reddito, almeno potenzialmente. Frutta e verdura in quantità, riso e altri cereali, allevamento di animali da cortile, capre, maiali e bovini, frutta tipica di queste regioni africane, molto richiesta in occidente: mango, papaya, ananas e altro. Acqua in grande quantità. E poi una natura ancora in gran parte selvaggia e non addomesticata, che potrebbe essere un paradiso per turisti. Forse l’unica cosa che manca sono le montagne, ma per il resto c’è tutto. Cultura dell’ospitalità compresa, ma escluse le infrastrutture.

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